L’avv. Angelo Pisani, Founder 1523.it: “Giustizia e risarcimenti per uomini e donne violati nella dignità e nei diritti”
Sta per partire una nuova, importante iniziativa legale collettiva. Dopo gli appelli lanciati da noti legali – come la collega Annamaria Bernardini de Pace che ha proposto una class action per il risarcimento delle donne vittime di violenze e abusi tramite social network – anche l’avv. Angelo Pisani, fondatore del progetto antiviolenza 1523.it, ha annunciato una class action “azzurra e rosa” per estendere tutela e risarcimenti anche agli uomini, troppo spesso dimenticati.
“La violenza non ha sesso – sottolinea Pisani –. Se è giusto e sacrosanto agire per le donne violate, lo stesso deve valere anche per gli uomini, mariti, padri o semplici cittadini, offesi e discriminati da pagine e app che violano la privacy, l’identità e la dignità delle persone. Non ci può essere disparità di trattamento, né conflitti d’interesse quando parliamo di diritti umani.”
Nel mirino app, influencer e piattaforme social
L’azione legale, promossa da un collegio di giuristi, psicologi ed esperti informatici, prende di mira piattaforme e community digitali che hanno permesso la diffusione di contenuti lesivi della dignità maschile. Nel mirino l’app Tea – con oltre 6 milioni di iscritte, in cui gli uomini vengono recensiti come “prodotti” a loro insaputa – ma anche pagine e influencer femministe radicali, tra cui la discussa Simona (@propriosimona), che inneggia apertamente all’odio verso gli uomini.
Durante la presentazione dei suoi libri L’altra violenza e Se questo è (ancora) un uomo, tenutasi nel Cilento, Pisani ha invitato pubblicamente tutti gli uomini danneggiati a segnalare abusi, violazioni della privacy, offese e diffamazioni, superando la vergogna e la timidezza. “Non si tratta solo di casi isolati – ha detto – ma di vere e proprie crociate digitali, che vanno fermate con la legge e con la cultura del rispetto reciproco.”
Azione legale e culturale
L’iniziativa non è solo giudiziaria ma anche culturale: “È tempo di una rivoluzione della legalità – afferma l’avvocato –. Donne e uomini devono poter difendere la propria identità. Non possiamo più accettare piattaforme che oscurano a piacimento, tutelando solo ciò che fa comodo alle mode politiche.”
Il team di 1523.it sta studiando anche i casi dei siti phica.eu, delle pagine Facebook come “Mia moglie” e di altre community dove vengono pubblicate senza consenso immagini e storie intime, spesso accompagnate da commenti degradanti.
Responsabilità civili e penali
Oltre alle richieste di risarcimento danni – dirette sia ai responsabili sia alle stesse piattaforme per mancata vigilanza – non si esclude anche il fronte penale: revenge porn, diffamazione, stalking e istigazione alla violenza sono solo alcune delle ipotesi di reato al vaglio.
“Ogni violazione senza consenso – conclude Pisani – è un attacco alla privacy e alla dignità delle persone. Uomini e donne, senza distinzione, hanno diritto a tutela e giustizia. È tempo di dire basta agli abusi del web e di pretendere dai social network la stessa responsabilità dei media tradizionali.”
Come aderire
Tutte le persone – uomini e donne – che si ritengono offese o danneggiate possono partecipare all’azione collettiva contattando il servizio antiviolenza 1523.it all’indirizzo email sos@1523.it o tramite il sito ufficiale www.1523.it.
Le attività saranno svolte con una contribuzione simbolica, a tutela di chiunque abbia subito violenze, discriminazioni o violazioni della propria immagine e dei propri diritti.